Denti del giudizio: perché sottoporsi ad un’estrazione anche in assenza di patologie in atto

L’estrazione dei denti del giudizio, detti anche terzi molari, rappresenta l’intervento di chirurgia orale più frequentemente eseguito in ambito odontoiatrico. Patrimonio ereditario che ci perviene da antichi ominidi, i terzi molari esordiscono generalmente tra i 18 ed i 25 anni di età, e proprio per questo sono comunemente noti come denti del giudizio. In questa età, in linea di massima, gli elementi dentali si sono collocati in una precisa postazione.

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Pressoché inutili ai fini della masticazione e dell’estetica del sorriso, i denti del giudizio, assenti nella dentizione del neonato, sono i terzi ed ultimi molari che si collocano nelle arcate dentarie, e l’irruenza con cui fuoriescono dalle gengive può causare mal di denti, gonfiore del volto e molti altri disturbi, tali da richiedere un’urgente estrazione dentale, altresì nota come avulsione.

Secondo i principali sistemi di numerazione denti, il numero 18 indica il dente del giudizio nella semiarcata dentale superiore destra, 28 quello nella semiarcata superiore sinistra, 38 il dente nella semiarcata inferiore sinistra e 48 quello nella semiarcata inferiore destra.

In condizioni normali, ciascun dente del giudizio occupa l’ultima e più interna posizione di ogni semiarcata dentale. Ma non sempre i terzi molari fanno la loro comparsa. Non è poi così raro, infatti, che uno o più denti del giudizio, rimanendo inglobati nella gengiva, non facciano affatto il loro esordio.

Estrazione denti del giudizio

L’estrazione può essere eseguita sia a fini preventivi che terapeutici. Nel primo caso, un dente del giudizio, o ottavo dente, può essere estratto per salvaguardare la giusta posizione ed il corretto allineamento degli altri denti, riducendo così il rischio di malocclusione dentale e denti storti. L’estrazione precoce dei denti del giudizio, da eseguire immediatamente in seguito alla loro fuoriuscita dalla gengiva, può essere raccomandata dall’odontoiatra per limitare eventuali complicazioni che potrebbero insorgere estraendo durante l’età adulta un terzo molare completamente formato. A scopo curativo, invece, l’estrazione dei terzi molari è inevitabile in caso di affollamento dentale, che può interferire con la normale masticazione; corrosione dei denti adiacenti e grave infezione o scheggiatura dell’ottavo dente medesimo.

I terzi molari sono i denti più frequentemente inclusi, con una prevalenza di inclusione del 20-30% ed una maggior frequenza di inclusione dei terzi molari inferiori rispetto ai superiori. Per cause legate allo sviluppo filogenetico del genere umano, al giorno d’oggi sono ben pochi i soggetti che dispongono dello spazio adeguato per accogliere i terzi molari nel proprio cavo orale. In 9 persone su 10, infatti, almeno un dente del giudizio rimane parzialmente o totalmente coperto dalla gengiva. Un dente del giudizio parzialmente erotto può dare luogo ad infiammazioni gengivali acute, estremamente fastidiose e dolorose. Inoltre, la pressione esercitata dall’ottavo dente sui denti attigui può causare dolore cronico.

Un’approfondita visita specialistica del cavo orale unitamente al suo studio radiografico consente all’odontoiatra di valutare precisamente la posizione e la salute dei denti del giudizio, e capire se è opportuno rimuoverli o meno. L’estrazione di un terzo molare può dare origine a piccole emorragie e dolore postintervento. Non è raro che, in seguito ad un’estrazione dentale, la capacità masticatoria risulti temporaneamente ridotta.