La dieta dissociata, le caratteristiche
La dieta dissociata è un regime alimentare molto diffuso, descritto per la prima volta nel libro Food Allergy, pubblicato nel 1931 dal dottor William Howard Hay. La sua principale caratteristica è la corretta associazione dei vari alimenti basata su regole molto rigide, le quali proibiscono l’associazione di certi cibi all’interno dello stesso pasto o, addirittura, della stessa giornata.
Ma cosa significa associare correttamente gli alimenti? Innanzitutto: bisogna mangiare nello stesso pasto, uno o più cibi tra loro “compatibili“, appartenenti cioè alla stessa categoria; è bene poi non associare all’interno dello stesso pasto cibi ricchi di proteine con altri a base di carboidrati, soprattutto se ricchi di zuccheri; meglio evitare di abbinare fonti proteiche di diversa natura (ad esempio carne e pesce). Inoltre, occorre mangiare carboidrati complessi e zuccheri in pasti separati ed evitare di concludere il pasto con frutta e/o dessert, optando per questi da soli e fuori dai pasti.
È bene tener presente che l’equilibrio corporeo è turbato dallo stile di vita moderno, che favorisce l’accumulo di tossine fino a compromettere la funzionalità dell’intero organismo. Per difendersi bisogna aumentare notevolmente il consumo di frutta, verdura, frullati e brodi vegetali. Ma non solo: con la continua assunzione di cibi vegetali ci si difende da quelle malattie provocate dal costante consumo di prodotti animali (malattie cardiocircolatorie, metaboliche ed alcune forme tumorali).
Ci si può nutrire di una buona dose di carboidrati durante le prime fasi della giornata e diminuire progressivamente mano a mano che ci si avvicina alla cena, ricordando che il pasto più abbondante va effettuato dalle 13 alle 16 del pomeriggio, facendo sempre attenzione a non associare carboidrati e proteine. Infine, la cena deve essere ricca di alimenti proteici ed escludere quasi completamente i carboidrati, eccezion fatta di quelli complessi contenuti nelle verdure o in modeste quantità di cereali integrali.
