Dieta di mantenimento, l’arma in più per non ingrassare

Sempre più spesso si parlare di diete dimagranti che garantiscono una diminuzione di peso, ma un aspetto che deve essere preso in considerazione è il mantenimento. Restare magri è spesso anche più difficile di dimagrire e spesso, una volta finita la dieta, si ricade in quei vizi alimentari che ci avevano portato precedentemente ad ingrassare. Un circolo vizioso che deve essere assolutamente evitato attraverso il mantenimento. La dieta del mantenimento è l’unico mezzo con il quale si può restare magri, anche dopo essere trascorso un lungo periodo dalla conclusione della dieta. L’aspetto principale quando si parla di dieta di mantenimento è il fabbisogno calorico.

dieta cellulite

Un limite oltre il quale non si deve andare, se si vuole incorrere in un fastidioso aumento del peso corporeo. Si tratta di un limite che cambia in ogni individuo ed è direttamente dipendente dal sesso, dallo stile di vita con presenza o meno di esercizio fisico ed anche dall’età. La dieta di mantenimento si basa su una corretta alimentazione e soprattutto sulla dieta mediterranea. La quota di carboidrati presenti nella dieta di mantenimento si attesta su una percentuale che va dal 55 al 60% mentre per quanto riguarda le proteine si va dal 10 al 15% e di 25-30% di grassi.

Il tutto si basa su un’assunzione di alimenti che non deve superare un certo apporto di calorie. Con questa alimentazione il peso non dovrebbe riscontrare un aumento significativo.  Un simile programma è basato sull’assunzione giornaliera del giusto apporto di calorie: il peso, infatti, non dovrebbe avere delle variazioni significative. Nel caso in cui si notano degli aumenti di peso non è utile allarmarsi quanto, piuttosto, verificare la presenza di ritenzione idrica, stitichezza o problemi ormonali. Sono cinque i pasti che quotidianamente vengono previsti nella dieta mantenimento: una colazione, uno spuntino, un pranzo, una merenda pomeridiana ed una cena serale.