Epatite B: test, marker ed esami

L’HBV è il virus dell’epatite B che va ad intaccare direttamente il DNA e la normale produzione, da parte del fegato di bilirubina e di enzimi epatici. Per determinare il livello di diffusione dell’infezione causata dalla patologia contratta, si analizza l’HBV attraverso dei marcatori sierologici (HBsAg, anti-HBs, IgM anti HBc, anti HBc totali, HBeAG, anti – Hbe e HBV DNA) . I test, a riguardo, possono essere molteplici.

Epatite B

Con il primo marcatore, l’HBsAG si analizza la proteina posta nella parte esterna dell’HBV. Dato che è in grado di rilevare l’infezione ancora prima della comparsa dei segni rivelatori, il test con questo marcatore è uno dei metodi principali per la diagnosi. Si presenta dopo circa un mese aver contratto il virus.

Con l’anti HBs, si ha a che fare con un anticorpo, anch’esso presente sulla superficie del virus e serve per capire se la cura adottata è efficace e se il soggetto in esame ha sviluppato una difesa immunitaria attiva o passiva. Un altro anticorpo e marcatore, è l’IgM anti – HBC e il suo quantitativo rivela se vi è o meno un’infezione in atto o se è già stata contratta in passato. Stesso compito spetta anche agli anti – HBC totali che, peraltro, rimangono funzionanti per sempre.

Indicato semplicemente come antigene E, l’HBeAG non è un anticorpo ma una proteina che appare solo nel momento in cui il virus HBV si stia scindendo e diffondendo lungo l’organismo (replicazione) e attraverso di esso il medico può capire quanto questa malattia possa essere contagiosa. L’anti-HBe è l’anticorpo dell’epatite B e come per l’anti – HBs, è importante per capire se la cura sta funzionando e interessa la siero conversione che, a sua volta, annuncia che l’HBV ha una scarsa attività cellulare.

Infine, con l’HBV DNA si studia la struttura stessa del virus e anch’esso viene tenuto sotto controllo durante le cure somministrate in base al suo quantitativo e alla sua capacità di replicazione. Come è già stato accennato, questi marcatori sono presenti in quantità diverse a seconda del grado di infezione riscontrata. È possibile che durante la verifica dell’HBV vi siano dei falsi positivi e per questo è bene valutare i risultati finali con maggiore attenzione e, solitamente, non va eseguito o ripetuto nei 30 giorni successivi al vaccino dell’epatite. Ricordiamo che i sintomi dell’epatite sono l’aumento della temperatura corporea, spossatezza, dolori alle articolazioni, senso di nausea, vomito e calo dell’appetito, urine troppo scure e feci chiare.