Iniziare una dieta fa bene, ma bisogna sapersi fermare
Nel periodo estivo sono molte le persone che cercano di perdere peso. I motivi possono essere i più vari: prima di tutto in estate stiamo tutti scoperti, a causa del caldo, e dobbiamo essere in armonia con il nostro corpo; poi si fanno attività differenti rispetto a quelle che facciamo, al lavoro, per tutto il resto dell’anno, così che si rende necessario perdere i chili di troppo che creerebbero problemi nell’attività fisica.
Insomma, la dieta è sicuramente una cosa positiva anche se, purtroppo, sono molti i casi in cui il desiderio di dimagrire si trasforma in una vera e propria ossessione, che può sfociare addirittura in una malattia. Chiaramente, non bisogna essere timorosi, ma basta imporsi dei limiti da rispettare per non superare il “punto di non ritorno”. Perché il “vedersi grassi” non significa “essere grassi”, perché il grasso corporeo è composto da riserve che il corpo utilizza fino ad esaurimento; dopo, poi, utilizza parti che non dovrebbero essere usate perché hanno funzioni diverse da quelle di riserva energetica.
In particolare, ciò che l’organismo utilizza prima sono i grassi, e inoltre la dieta tende a far perdere acqua, che viene espulsa maggiormente tramite le urine e la sudorazione. Questi, però, sono gli unici componenti che possono essere persi, perché una volta raggiunto il limite l’organismo inizia ad usare un componente che invece ha altre funzioni, come le proteine, prima di tutto quelle muscolari: le proteine vengono tolte dai muscoli ed utilizzate a scopo energetico, e così la massa muscolare diminuisce e iniziano i problemi anche nell’eseguire i compiti più comuni di ogni giorno.
Dal punto di vista psicologico, il limite si raggiunge quando abbiamo raggiunto il peso forma, che si può calcolare (anche su internet, in modo molto semplice) e prende il nome di BMI, Indice di Massa Corporea; valutando, in base all’altezza, quando siamo normopeso e non più, eventualmente, sovrappeso è il momento di smettere con la dieta, perché proseguire potrebbe portare ai problemi di cui abbiamo parlato prima; purtroppo, alcune persone continuano a vedere come grasso quello che grasso in realtà non è, e continuano a mangiare sempre meno.
Quando il cibo diventa un problema, perché si cerca di limitarlo in ogni modo avendo anche delle conseguenze sociali (si evitano le cene con amici e parenti pur di non mangiare, e questa situazione porta all’isolamento), arriviamo a quella che in psicologia è descritta come ossessione, come si può leggere sul DSM 5, uno dei più importanti manuali (per uso professionale) sulla psicologia umana.
L’ossessione di per sé è una cosa curabile, perché un semplice aiuto psicologico può far capire che il cibo non è così importante come viene percepito, ed è paragonabile al far capire a chi ha ossessioni di qualsiasi tipo (dalla superstizione all’ipocondria) che questi pensieri sono sbagliati, insomma, si limita ad una cosa mentale; se questa situazione a lungo andare si porta avanti abbiamo invece l’anoressia, che invece è un problema fisico e che è molto più complesso da curare.
Bisogna saper riconoscere fin da subito questa malattia con l’aiuto di medici specializzati. Se volete approfondire vi rimandiamo a questo indirizzo dove potrete trovare tutti i testi medici specializzati sull’argomento: libri di psicologia libreria cortina milano.
Riconoscere quindi i segnali fin da subito e capire quando è il momento di interrompere la dieta è una cosa molto importante nella vita di una persona: anche perché interrompere la dieta non significa abbuffarci; possiamo continuare a mangiare sano e in modo limitato anche quando “ufficialmente” non siamo a dieta.
Una cosa molto semplice che, però, in tanti non prendono in considerazione.