Calvizie Maschile: qual è la causa?
La calvizie è una patologia in grado di colpire entrambi i sessi in maniera indistinta, ma per quanto riguarda questa distinzione c’è da dire che è molto più frequente negli uomini, che nelle donne. L’alopecia androgenetica infatti, colpisce almeno il 35% delle donne in età fertile e il 50% delle donne invece, che si trovano già in menopausa mentre è possibile vederla nel 80% degli uomini nel corso della loro vita.
Ma quali sono le cause della calvizie maschile?
Ad avere un ruolo chiave nella perdita dei capelli è l’ormone diidrotestosterone. Il diidrotestosterone noto come DHT è una molecola strettamente legata all’insorgenza della alopecia androgenetica che causa la caduta dei capelli. Infatti, il DHT è un derivato del testosterone originato dalla conversione del testosterone da parte dell’enzima 5 alfa reduttasi. L’azione del DHT è estremamente dannosa per alcuni follicoli ad esso geneticamente sensibili in quanto portano la miniaturizzazione fino addirittura all’atrofia del bulbo e di conseguenza quindi, alla cessazione totale della crescita dei capelli coinvolti.
Quindi il DHT va eliminato?
In base a quelle che sono le ricerche scientifiche effettuate in materia, è difficile ma non impossibile riuscire ad invertire questo processo di regressione dei follicoli e a tal scopo vi rimando al sito specializzato Calviziehelp.it che tratta in maniera approfondita l’argomento delle terapie farmacologiche per contrastare l’alopecia androgenetica.
Leggendo quanto detto fino ad ora verrebbe quasi da pensare che il diidrotestosterone abbia solo qualità negative e quindi eliminandolo totalmente il problema della calvizie sia risolto. Tuttavia il DHT è molto importante per molte funzioni e quindi è difficile da capire senza conoscerlo nel dettaglio. Questo ormone androgeno steroideo è utile in tutti i tratti biologici dell’uomo e interviene nella manifestazione dei caratteri sessuali maschili quali crescita di peli e barba, ingrossamento della voce, ecc… Quindi è estremamente importante soprattutto durante la fase di sviluppo nel maschio ed eliminarlo totalmente non appare dunque una scelta molto saggia soprattutto in giovane età.
Come il DHT danneggia i capelli?
Per quanto riguarda le patologie l’importanza di questa sostanza non si limita solo all’alopecia androgenetica ma ha un ruolo chiave anche in malattie ben più gravi come l’iperplasia prostatica benigna o il cancro alla prostata.
In questo articolo però prenderemo in esame il ruolo del diidrotestosterone nella calvizie. Come abbiamo visto infatti l’azione del DHT sui follicoli ad esso sensibili, faccia in modo che questi lentamente si atrofizzino e la fase anagen, ovvero quella della crescita attiva del capello viene sensibilmente ridotta portando la riduzione dei capelli da un punto di vista dell’allungamento. La fase telogen, ovvero quella di riposo in cui i follicoli non sono attivi, si allunga e questo comporta nel corso del tempo ad avere cicli dei capelli sempre più brevi fino alla cessazione totale di attività del bulbo.
Ad oggi l’unico approccio efficace nel contrastare la calvizie, si è rivelato quello di ridurre la conversione del testosterone in DHT tramite il ricorso a farmaci inibitori dell’enzima 5 alfa riduttasi. Il più noto tra essi è certamente la finasteride.