Cibo e irritabilità intestinale

Anche se la maggior parte delle volte in cui soffriamo di problemi allo stomaco, tendiamo a sottovalutare l’evento, etichettandolo come un banale “mal di pancia”, in ben un caso ogni quattro potrebbe trattarsi di colite nervosa.
Quando gli spasmi al basso ventre perdurano nel tempo e gli episodi di diarrea e di stitichezza non possono essere considerati saltuari non conviene sottovalutare la situazione, ma guardarci più a fondo costituirebbe un atto di responsabilità nei confronti della nostra salute.
Il fatto che la colite venga definita spesso “nervosa” dipende infatti da 2 fattori principali:

1) La responsabilità che hanno gli eventi della nostra vita nell’influenzare il nostro livello di nervosismo

2) La qualità dei cibi che assumiamo all’interno delle nostre diete può infiammare le pareti del colon, soprattutto in caso di intolleranza nei confronti di alcuni cibi.

Mantenere la calma nel tubo digestivo

Siamo così tanto abituati ad avere difficoltà nell’apparato digerente e così oberati da impegni a cui dare seguito, durante l’arco della giornata, che non ci rendiamo conto di come l’organismo soffre la presenza di determinati cibi. Individuare tempestivamente quelli che sono i responsabili a tavola in grado di causare sofferenza nel colon e intossicando la nostra flora batterica è il primo passo che possiamo fare per combattere con una dieta la colite nervosa. Si calcola che individuare nel primo mese le cause dell’irritibilità interna nel tubo digerente può garantire un aumento del 30% delle possibilità di curare una colite spastica.
Un’azione molto semplice che possiamo mettere in pratica senza troppe difficoltà e senza attendere l’intervento di un medico esperto in disturbi della zona addominale, è quella di mantenere un “diario di dieta”. Con questo termine si intende la volontà di conservare un resoconto giornaliero in cui indicheremo alcuni dati essenziali che ci permetteranno di comprendere i cibi che fanno male e quelli nei confronti dei quali abbiamo un grado di tolleranza maggiore.
Lo schema che dovremo riprodurre su foglio e compilare con costanza e meticolosità, sarà del tutto simile a questo:

Tempo del pasto (colazione, pranzo o cena) Cibi Assunti Quantità Effetti dopo 1 ora Effetti dopo 3 ore
Lunedi
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica

*Prospetto stampabile, pronto all’uso

Si tratterà di uno strumento molto valido per riflettere su quello che è accaduto nell’arco della settimana, riuscendo a definire con puntualità, le pietanze che hanno generato quel risentimento, valutando se hanno causato dolori perchè mangiati in quantità eccessive o per altri motivi. Confrontare i dati che abbiamo immagazzinato nei mesi, ci aiuterà a confrontare anche come l’intestino ha reagito quando ha mangiato di più di quel cibo o quando è stato assunto in combinazione con un altro pasto. Un lavoro del genere oltre a responsabilizzarci nei confronti di quello che mangiamo ogni giorno, aiutandoci a capire quando esageriamo a tavola, abbuffandoci con grassi in eccesso, potrà servire anche ad un dottore per fornirci un’analisi più precisa su quello che accade al nostro colon. In base alle informazioni del nostro diario alimentare è possibile ricavare molti dati pertinenti sulla colite nervosa, migliorando la precisione con cui un dottore esperto nella cura dei disturbi intestinali potrà indicarci il programma intensivo personalizzato più indicato. Se siamo tempestivi e ci atteniamo alla dieta che ci proporrà il dottore, potremo guarire la colite in sole 4 settimane.
Parte del successo di un trattamento di questo tipo è legata alla volontà che dimostreremo di avere di superare questa condizione di sofferenza che condiziona la vita e che renderà difficili alcune situazioni, apparentemente “normali”, come nel caso di un’uscita per una pizza con gli amici. Dimostrare a noi stessi che ci stiamo impegnando in prima persona, appuntando quello che accade in cucina e nel nostro intestino, con cadenza quotidiana, ci motiverà a continuare questo percorso difficile, ma assolutamente non impossibile.