Dieta vegetariana, i rischi
La dieta vegetariana è da sempre collegata al buon vivere, ad una corretto rapporto con il cibo e con l’ambiente che ci circonda, ma non è tutto oro quello che luccica. Uno studio pubblicato sul Journal of Medical Biography ha analizzato a fondo il rapporto tra il non assumere la carne al’insorgenza di determinate patologie. E’ la carenza della vitamina B 12 particolarmente presente nelle sostanze di origine animale a rappresentare, secondo gli studiosi, un fattore di notevole rischio. Il tutto si collega all’omocisteina, una sostanza che viene metabolizzata grazie alla vitamina B e che se presente in quantità in eccesso, potrebbe portare ad un aumento del rischio di incorrere in malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.
Ma l’elemento di maggiore rischio, sottolineato anche dal Journal of the American Dietetic Association, è riferito al rapporto con il cibo che sopratutto tra i più giovani vegetariani non è sempre tra i migliori. Un’analisi svolta su un campione di persone in età adolescenziale e di giovani adulti, ha rivelato come una quota ben maggiore di vegetariani, il 20% del totale contro il 5% di coloro che seguivano una dieta normale, riscontrassero delle gravi disfunzioni che si traducevano in voraci abbuffate. Sempre nella categoria dei vegetariani o in coloro che lo sono stati in passato, si è riscontrato un eccessivo e continuo controllo del peso corporeo e soprattutto nell’assunzione di pillole dimagranti, diuretici o lassativi.
Il perché di questi comportamenti disfunzionali potrebbero essere collegati al fatto che molti giovani intraprendono la dieta vegetariana non per una reale consapevolezza, ma spesso semplicemente per dimagrire. E’ sempre essenziale controllare l’esistenza di una forma di disagio mentale dietro alla scelta di intraprendere la dieta vegetariana. Nonostante ciò vantaggi di una dieta vegetariana sono davvero notevoli ed in grado di prevenire l’insorgenza di determinate malattie come l’obesità, pressione alta, diabete e probabilmente ai tumori.