Trattare l’anoressia con la psicoterapia

L’anoressia è un pericoloso disturbo dell’alimentazione che può provocare conseguenze anche gravi sulla salute dell’organismo. Insieme con la bulimia, in effetti, l’anoressia nervosa può essere annoverata tra i disturbi alimentari psicogeni più importanti; come noto, essa si basa sul rifiuto del cibo da parte della persona che è colpita dal disturbo. Il soggetto anoressico è dominato da una paura che, in realtà, è una vera e propria ossessione: quella di ingrassare. Così, nelle forme di maggior gravità dall’anoressia possono derivare emaciazione e amenorrea, ma anche inedia e malnutrizione: a essere coinvolte non sono solo funzioni metaboliche ed ormonali, ma anche neuroendocrine e psicologiche.

anoressia

Con l’aiuto del Dott. Edoardo Savoldi, psicologo Lodi e specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale, l’anoressia può essere trattata in modo proficuo. Tra i sintomi che contraddistinguono l’anoressia e che permettono di diagnosticarla in modo corretto ci sono, oltre alla paura di ingrassare (presente anche se il soggetto è palesemente sottopeso), anche una estrema magrezza, raggiunta volontariamente e non dovuta alla costituzione, e un’amenorrea, vale a dire la sospensione del ciclo mestruale (naturalmente, solo nei soggetti di sesso femminile). In generale, ogni comportamento in un anoressico è dominato dalla preoccupazione per il proprio aspetto fisico e per il proprio peso, con una notevole alterazione del vissuto corporeo.

Negli ultimi anni, è diventata sempre più chiara l’importanza delle forme di psicoterapia e di sostegno psicologico e clinico per la cura di questo disturbo: la psicoterapia può essere sia individuale che di gruppo, per esempio familiare: anzi, non di rado sono proprio i componenti del gruppo familiare del paziente a richiedere una terapia familiare ipotizzando che alla base dell’anoressia vi siano cause di carattere relazionale.

Sempre più frequenti, poi, sono i gruppi di auto mutuo aiuto: in qualsiasi caso, sono diversi gli obiettivi che è necessario raggiungere per contrastare i pericoli insiti nell’anoressia. Dallo sviluppo di relazioni di supporto sociale all’acquisizione di autostima, dalla valutazione della cura all’acquisizione della consapevolezza, dal recupero considerato un work in progress alla tolleranza rispetto alle proprie emozioni negative, gli aspetti che devono essere presi in considerazione sono numerosi.

Come noto, i rischi più alti, nel corso della fase di cura, sono riconducibili al rifiuto, da parte del soggetto anoressico, di collaborare: una vera e propria interruzione volontaria del trattamento, che può essere evitata dapprima con il recupero del peso corporeo normale e poi con gli interventi finalizzati a evitare ricadute. Grazie a Edoardo Savoldi l’anoressia può diventare un nemico meno pericoloso.