Transaminasi, la salute inizia a tavola

Curare le transaminasi facendo attenzione all’alimentazione? È possibile. È dalla tavola, infatti, che inizia il percorso per la salute dell’organismo e la dieta mediterranea, come noto, è una grande alleata per mantenere in forma il fisico e consentire ai valori di enzimi e indicatori del plasma di mantenere il giusto equilibrio. Scopriamone di più anche grazie all’approfondimento che il portale AbilityChannel dedicata al tema della transaminasi Gpt.

Transaminasi

Transaminasi Gpt, facciamo luce su questi enzimi

Le transaminasi, che si dividono in Gpt e Got, sono una famiglia di enzimi localizzata prevalentemente nel cuore e nel fegato.

È fondamentale monitorare, attraverso un normale prelievo di sangue, i livelli di questi enzimi nel sangue perché sono espressione proprio della salute di cuore e fegato. In caso di cellule sane, infatti, le transaminasi rimangono all’interno della stessa e non risultano variazioni sensibili dall’analisi del sangue.

Variano i livelli, invece, in caso di infiammazione e rottura della cellula. Gli enzimi fuoriescono dalla stessa e finiscono nel sangue a causa di un’alterazione della permeabilità della membrana cellulare o addirittura la distruzione della cellula stessa.

Qual è il significato di elevati livelli di transaminasi nel sangue?

In caso di valori alterati è il caso di preoccuparsi? Non allarmarsi è fondamentale ma è altrettanto importante correre con prontezza ai ripari. E qui un primo, prezioso contributo può arrivare proprio dall’alimentazione.

Concentrazioni eccessive di transaminasi nel sangue, infatti, possono essere espressione di un danno epatico o cardiaco. Sono soprattutto le epatiti (A, B e C) a comportare un innalzamento dei livelli di Gpt (presenti prevalentemente nel fegato), mentre le Got (presenti in misura maggiore nel muscolo cardiaco) sono alterate da eventuali miocardiopatie, infarti miocardici acuti, miocarditi, pericardite, insufficienze cardiache.

A contribuire alle variazioni, inoltri, potrebbero essere anche una mononucleosi infettiva e tutte le possibili epatopatie. Cirrosi e il ricorso a farmaci epatotossici e nefrotossici cono tra le cause delle variazioni. Attenzione, però, a influenzare il volume delle transaminasi nel sangue potrebbe essere anche un’intensa attività sportiva, una patologia muscolare o un semplice affaticamento. Nei casi più gravi, invece, i valori si fanno spia, come visto, di epatiti e infarti.

Ecco cosa mettere in dispensa

Ecco, allora, cinque piccoli consigli su come gestire al meglio la dispensa quando le analisi del sangue rilevano qualche problema con le transaminasi. Cosa mangiare? Via libera al consumo di carni e pesci magri, preferendo nel primo caso quelle bianche e nel secondo il pese azzurro.

Bene anche il prosciutto crudo sgrassato. Semaforo verde per frutta e verdura fresche, pasta e riso, pane e patate lesse. Possibile anche il consumo di formaggi magri.

Addio ai dolci?

Il secondo, piccolo consiglio goloso riguarda i dolci. È necessario dirgli addio? Assolutamente no, ma bisogna sapere scegliere con attenzione. Sì a budini, miele e marmellata. È opportuno preferire sempre dolci semplici, possibilmente asciutti.

Cosa bere?

Banditi tutti gli alcolici. Spremute e bibite non gassate possono essere consumate con tranquillità. L’acqua è un’alleata preziosa, a patto che sia naturale. Le bollicine devono essere allontanate dai bicchieri dei soggetti affetti da transaminasi alte.

Un piccolo elenco dei principali nemici delle transaminasi

Ci sono alimenti da considerare nemici giurati delle transaminasi? Certo, sono quelli da mettere al bando. Via fritture, conserve, frutta secca e grassi. No assoluto al consumo di salse, panna, burro, maionese, insaccati o carni grasse. Creme, cioccolata e dolci troppo ricchi ed elaborate non devono essere nemmeno guardati. Tra verdure e legumi sono da mettere al bando peperoni, melanzane, funghi, cavolo e cavolfiore, piselli e fave.

Alimenti che possono essere consumati con moderazione

C’è poi un’ultima categoria, quella degli alimenti a cui è possibile non rinunciare a patto che vengano consumati con moderazione. Parliamo di: uova, prosciutto cotto, formaggi stagionati, brodo di carne, carne di maiale e pesci grassi.