L’analisi del sangue per conoscere la colite
Come per qualunque altro tipo di malattia intestinale, anche la colite spastica potrebbe mostrare dei sintomi abbastanza evidenti, atti a segnalare un certo disequilibrio interno. Le operazioni di analisi del sangue possono rappresentare un’arma in più per rendersi conto del grado di infiammazione generata dalla colite spastica e dare la possibilità al paziente di reagire in tempo. E’ noto come operazioni come il protidogramma possano offrire uno strumento in più per diagnosticare lo stato di salute del fegato e fare luce sulla pericolosità legata a certe irritazioni intestinali più acute. Così come analisi talmente approfondite consentirebbero di prevenire e quindi affrontare meglio gli angiomi maligni del sangue, così anche lo studio della qualità di globuli rossi e bianchi può donare importanti informazioni al dottore.
Si tratta di rimedi per la colite spastica meno conosciuti, ma su cui è opportuno fare chiarezza. Seppure la maggior parte delle volte un individuo si sottoponga ad analisi sanguigne solamente quando percepisce un forte trauma e avverte un sentore talmente forte da fargli presagire di avere qualche tipologia di problema, in realtà andrebbero fatte regolarmente. Andare in uno studio ematocrito per scoprire di più su un disagio è giusto, ma sarebbe auspicabile aumentare la convinzione nelle persone di come gli esami su RBC e i valori di prolattina, andrebbero svolti con scadenza annuale, indipendentemente dalla presenza di determinati sintomi.
Anche nel caso della colite nervosa funziona in questo modo e tenere sotto controllo l’organismo può regalare chance ulteriori nella cura di un disturbo, soprattutto quando si parla di infiammazioni del colon. Sembrerà strano, ma le analisi di routine del sangue sembrerebbero aumentare le possibilità di guarigione della colitis del 22% entro 4 settimane. Si tratta di tempistiche decisamente confortanti se si pensa che la maggior parte dei soggetti colitici consideri questa malattia come un disturbo quasi cronico, anche se sappiamo che non è affatto così.
Le migliori analisi sanguigne per scoprire se hai la colite sono la cosiddetta prova di velocità di sedimentazione degli eritrociti (ESR) e la prova della proteina C reattiva (PCR). Anche se non si tratta di test specifici sul colon, in realtà, qualora producessero risultati positivi, indicherebbero la sicura presenza di organo o parte del corpo infiammata. In ogni caso agitarsi non vale la pena e conoscendo molto bene il legame tra livello di stress nell’organismo e peggioramento di una colite spastica, conviene essere molto cauti e affrontare il problema senza lasciarsi prendere dal panico. Non è un caso se questo tipo di disturbo nel tratto intestinale venga ricordato anche con il nome di colite nervosa, dichiarando un nesso importante tra qualità della vita e problemi di pancia. Da questo punto di vista, possiamo immaginare quanto possa diventare importante anche il rispetto di un regime alimentare adeguato che non vada a stuzzicare gli organi disturbati, andandoli ad affaticare ulteriormente, a causa di una minore digeribilità.
Il suggerimento di evitare cibi piccanti e alimenti pesanti è un consiglio semplice, oltre che molto utile, di cui spesso i medici non pongono troppo l’accento, perchè schiacciati dalle pressioni, troppo spesso ingombranti, che derivano dall’intreccio tra potere farmaceutico e industria alimentare. Al di là dei dubbi di coscienza che dovrebbero scaturire in ogni dottore di buon senso quando avvengono “fusioni di potere” come quella recente tra Monsanto e Byer, le prove del sangue possono realmente contribuire al benessere dei cittadini nella prevenzione di diverse malattie.