Rosolia: IgG e/o IgM alti e valori normali
Un’altra malattia da non sottovalutare, soprattutto quando si ha a che fare con la salute e il benessere dei bambini, è la rosolia. Questa malattia virale si presenta dopo circa 14 – 21 giorni di incubazione del virus stesso e oltre a causare i sintomi collegati a uno stato influenzale come l’aumento della temperatura corporea, raffreddamento e dolori alle articolazioni, determina anche delle eruzioni cutanee particolarmente fastidiose.
Come per la toxoplasmosi, anche la rosolia può essere molto pericolosa sia durante la gestazione e sia durante lo sviluppo del feto. Per questo sono molto importanti le vaccinazioni preventive e di evitare di contrarre una gravidanza nei successivi 90 giorni, se non si vuole rischiare che il nascituro si trovi con complicazioni nel corretto funzionamento degli organi vitali e nello sviluppo fisico e mentale.
Anche in questo caso gli anticorpi presi in esame sono l’IgM e l’IgG, il primo rileva subito se l’organismo è infetto dal virus della rosolia mentre il secondo si rivela in un secondo momento. Se l’IgM risulta positivo in un neonato allora l’infezione da rosolia sarà congenita mentre, se sono entrambi positivi, sarà protetto per circa sei mesi dalla madre che ne risulterà immune. Può anche capitare di avere a che fare con dei falsi positivi e per questo gli esami degli anticorpi verranno ripetuti più volte e a distanza di 14 – 21 giorni per confermarne la diagnosi effettiva.
Solitamente l’esame interessa le gestanti che sembrano avere i sintomi descritti e associati alla rosolia e vengono ripetute periodicamente durante tutta la fase della gravidanza e dell’allattamento, per assicurarsi che non vi siano eventuali anomalie nel feto o nel nascituro. Come per altre analisi, anche nel caso del test sulla rosolia, non è necessario seguire un accorgimento specifico e informare il medico qualora la paziente non si sia sottoposta alle vaccinazioni preventive consigliate.