Protesi anca: la soluzione possibile aspettando l’esoscheletro Phoenix

Negli ultimi anni, il progresso tecnologico ha fatto grandi passi in avanti anche nel campo dei dispositivi medici protesici (tra cui protesi anca e ginocchio) grazie all’impegno di importanti chirurghi esperti nel campo ed anche alla meccatronicaLa meccatronica è la scienza che studia e sviluppa macchine che simulano il comportamento di organismi viventi o parti di questi col supporto della meccanica e dell’elettronica.

Parlando di movimento, è il caso di dire che l’esoscheletro Phoenix, presentato il 13 gennaio a Padova in occasione di un convegno all’Auditorium Pontello del Centro Civitas Vitae, contribuisce a fare un nuovo ‘passo’ in avanti tutto italiano decisamente innovativo ed importante.

Non è una protesi anca o una protesi ginocchio all’avanguardia ma una vera e propria protesi bionica che, un tempo, si sarebbe potuta definire fantascientifica e che, oggi, fa parte di un progetto del settore bio-medicale e robotico possibile e reale. Permette a chi ha perso l’uso delle gambe di tornare a camminare e non solo. Il progetto Phoenix, italiano al 100%, è stato illustrato dinanzi ad una platea di autorità, addetti ai lavori e studenti universitari.

Come funziona l’esoscheletro Phoenix

L’esoscheletro, chiamato Phoenix (Fenice che rinasce dalle sue ceneri) è risultato, tra tanti dispositivi medici in via di sviluppo, la novità più interessante. Questa protesi bionica è leggera, modulare, vestibile, ergonomica, adattabile alla corporatura dell’utente. Non è una protesi anca o protesi ginocchio da impiantare con intervento standard o mini invasivo – che, attualmente, risulta l’unica terapia chirurgica possibile per risolvere determinati problemi legati a degenerazioni tissutali, traumi e artrosi – ma è un esoscheletro (appunto, scheletro esterno) facile da indossare.

E’ modulare perché costituito da diversi moduli o elementi (modulo anca, modulo ginocchio, moduli dell’arto inferiore, ecc.) per un peso totale di circa 12,5 Kg e dispone di un computer che monitora alla perfezione il movimento coordinato delle articolazione. In tutta autonomia, l’utilizzatore con deficit totali o parziali nella deambulazione (a causa di traumi, neoplasie o malattie degenerative) può sedersi ed alzarsi, camminare, guidare e mantenersi eretto senza il supporto di stampelle, quindi mantenendo le mani libere.

Dunque, rende autonomo il paziente – è questo il fattore importante – perché egli può controllare da solo le funzioni di Phoenix gestendo comandi manuali dalle stampelle wireless con la possibilità di impostare varie velocità e personalizzando la lunghezza del passo. Il prezzo si preannuncia alla portata di tutti, dal costo contenuto. Ce lo auguriamo. In attesa di Phoenix, le due soluzioni possibili, ad oggi, nel campo della chirurgia protesica sono la protesi anca e protesi ginocchio. Vediamo in che consiste, in particolare, la protesi anca totale.

Protesi anca totale: cosa c’è da sapere

L’anca danneggiata da artrosi, frattura od altri eventi può divenire invalidante, compromettere attività come camminare o fare le scale per via di un dolore insopportabile e costante, anche durante il riposo, giorno e notte. I farmaci antinfiammatori risultano insufficienti, la rigidità dell’anca limita movimenti importanti come spostare o sollevare la gamba.

In tal caso, è consigliabile valutare l’idea di un intervento chirurgico per la protesi anca totale (detta anche artroplastica totale dell’anca) ovvero la sostituzione dell’anca (osso e cartilagine) con una protesi adeguata costituita da varie componenti protesiche che ricostruiscono l’anca realizzate in ceramica e polietilene. Affidandosi a mani esperte e professionisti del settore, si tratta di un intervento sicuro ed efficace che migliora il movimento e riduce il dolore.

Oltre alla visita ortopedica ed a vari test eseguiti a scopo diagnostico, è necessario effettuare raggi X e la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) per verificare la condizione dell’osso e dei tessuti molli dell’anca. Dopo l’intervento per l’impianto della protesi anca totale, la permanenza in ospedale ha una durata variabile che oscilla tra i 4 ed i 15 giorni per continuare la fase di riabilitazione direttamente a casa con il giusto programma di fisioterapia. La fisioterapia inizia, di solito, dopo 4-6 ore dall’intervento affinché il paziente possa riprendere le normali attività quotidiane dopo 2-4 settimane.