PTT e aPTT: alto e basso
Con aPTT e PTT si intendono, rispettivamente, la tromboplastina parziale attivata e la tromboplastina parziale con la quale è possibile calcolare il tempo di coagulazione del liquido ematico o emoglobina. Con la disgregazione dell’emoglobina si indica il processo dell’emostasi che può essere primaria (la cui funzione primaria è di arginare in breve tempo la lesione di un determinato vaso sanguigno) e secondaria (reagisce alla coagulazione del plasma producendo fibrina).
La PPT e l’aPPT entrano in campo proprio per valutare l’efficacia e il corretto coordinamento di tutti i fattori che avviano l’emostasi, sia primaria sia secondaria. Se i valori inerenti risultano non sono a norma ( aPTT: 30-40 secondi -PTT: 60-70 secondi) allora vi è una qualche complicazione nella corretta coagulazione del sangue.
Se i valori sono insufficienti c’è il rischio di emorragie, tumori delle cellule che compongono il liquido ematico e trombofilia. Viceversa, valori troppo elevati di aPPT e PPT determinano diverse patologie riconducibili al sistema circolatorio quali carenza di vitamina K, cirrosi, emodialisi, emofilia, danni epatici, reazione alla trasfusione o disfunzioni epatiche.
Prima di effettuare l’esame del PPT e dell’aPPT è bene tener in considerazione alcuni elementi. In primo luogo il paziente deve mettere al corrente il suo medico di base se sta seguendo una terapia farmacologica dove spicca la somministrazione di eparina e se sta eseguendo il profilo lipidico. In quest’ultimo caso quindi è consigliabile presentarsi per il prelievo a stomaco vuoto.
Anche gli antistaminici e l’aspirina con suoi derivati potrebbe manipolare il risultato finale delle PPT e aPPT.
Tale verifica viene effettuata, nello specifico, quando il soggetto presenta la comparsa di lividi immotivati e se è soggetto a casi di trombosi o, per le donne, di aborti spontanei. In generale, è prassi medica calcolare la coagulazione ematica tramite PPT e aPPT quando il paziente deve sottostare a un intervento chirurgico.